II 23 giugno del 1946, alla presenza di 5 rappresentanti, fra i quali il presidente Rosti della sezione di Lodi, nasce ufficialmente la sottosezione così denominata: Club Alpino Italiano Sezione Rocciatori Sciatori Lodi Sottosezione di Codogno. Nome lungo e complicato che durerà 14 anni prima di diventare sezione autonoma. Presenti all’atto sono 20 soci: Giovanni Anelli, Gaetano Asti, Mario Cesari, Giuseppe Cornali, Don Annunzio Grossi, Renato Felisi, Venanzio Felisi, Alda Ghidini, Luigi Ghidini, Vincenzo Maccagnolo, Angelo Mauroni, Renzo Orlandi, Gino Previ, Franco Tansini ed Enrico Viola, degli altri 5 non è stato possibile decifrare la firma. Nella stessa assemblea reggente della sottosezione è nominato Vincenzo Maccagnolo. Gli anni che seguono sono altalenanti per la vita del sodalizio ed in un verbale di assemblea generale del 1950, il Reggente Renato Felisi lamenta una sensibile diminuzione degli iscritti.
Forse, per una sottosezione di pianura come la nostra, dopo l’entusiasmo iniziale, incomincia a incidere sul morale la difficoltà delle lunghe trasferte. Ricordiamoci che le strade e gli autoveicoli di allora sono completamente diversi da oggi, conseguentemente i tempi di percorrenza ed i costi hanno sicuramente la loro influenza. Se la peculiarità del sodalizio è la frequentazione delle montagne, raggiungerle è assai complicato. Racconta un socio della prima ora che ognuno si arrabattava come meglio poteva e, organizzandosi in piccoli gruppi, si raggiungevano i monti con mezzi di fortuna ed a volte anche in bicicletta.
Ma quel decennio è una grande fucina di iniziative e nulla riesce a spaventare il comitato direttivo della sottosezione, che punta dritto all’obiettivo di diventare sezione autonoma. Quelli sono anni molto importanti per l’alpinismo mondiale che, dopo le straordinarie conquiste nelle Alpi, punta sui grandi colossi asiatici. Alla straordinaria impresa della spedizione inglese, che il 29 maggio 1953 porta sul tetto del mondo Edmund Hillary e Norgay Tenzing, rispondono gli italiani Achille Compagnoni e Lino Lacedelli raggiungendo la vetta del K2 il 31 luglio del 1954. Quanta visibilità dà questa straordinaria impresa degli italiani, che hanno domato la vetta più ostica del pianeta! A quel tempo i media non sono aggressivi come oggi che, in tempo reale, ti mostrano le immagini più straordinarie o drammatiche all’ora di cena. Le conquiste anche più importanti si possono vedere a colori solo sulla Domenica del Corriere, illustrate nelle tavole di Walter Molino.
Gli echi e i dissidi delle imprese sono stemperati dal tempo che trascorre prima che i protagonisti possano tornare. Naturalmente i giovani appassionati sognano e dedicano ogni minuto libero al loro grande amore per la montagna, forgiando il meglio dell’alpinismo nazionale. Anche nella nostra piccola sezione lontana dai monti i giovani di allora sognano e in quel decennio straordinario gettano le basi della futura sezione. Uno su tutti: Antonio Fugazza vuole fortemente la sezione e, esaminando i vecchi documenti, già fa intuire il progetto finale. Instancabilmente lavora tessendo amicizie con la sezione di Piacenza, creando un simbolico gemellaggio che porterà in dote l’amicizia con il dott. Guido Pagani, che tanto si adopererà affinché il sogno si avveri. E in quegli anni epici in occasione di una mostra fotografica organizzata dalla nostra sottosezione, il dott. Pagani porta a Codogno Lino Lacedelli, reduce vincitore del K2.
Purtroppo quegli anni di gemellaggio sono anche funestati da un’atroce sciagura che vede perire sulla vetta del Pizzo Palù 9 alpinisti, 8 dei quali della sezione piacentina ed una ragazza della sezione di Codogno. Sono le 9:15 del 29 giugno 1957. In memoria di questi nostri amici tragicamente scomparsi verrà posta in seguito, sul piedestallo dell’arcangelo Raffaele situato sul Crociglia, una targa con incisi i nomi dei caduti, presso la quale ogni anno centinaia di escursionisti si recano per render loro omaggio. Successivamente la sezione piacentina, coadiuvata da alcuni soci della sezione di Codogno, erige un bivacco ai piedi del ghiacciaio Money, dedicato agli sfortunati compagni del Pizzo Palù. Quella tragedia scuote l’ambiente, che vacilla, ma non disarma e faticosamente riprende a frequentare i monti.
Il 13 novembre 1959 il signor Antonio Fugazza, reggente della sottosezione, invia alla sede centrale la formale richiesta di elevare la sottosezione al livello di sezione autonoma. Il tono è deciso e la richiesta circostanziata è accompagnata dal riferimento al dott. Guido Pagani, Consigliere Centrale e Presidente della sezione di Piacenza. Nella lettera si fa esplicito riferimento agli stretti vincoli di amicizia e ai rapporti di carattere organizzativo e culturale che ormai uniscono i due sodalizi da lungo tempo. La minore distanza chilometrica da Piacenza senza dubbio contribuisce a preferire una collaborazione più stretta con gli amici piacentini a discapito di quelli lodigiani.
Il giorno 11 dicembre, scusandosi del ritardo, - era stato necessario chiedere informazioni alla sede di Lodi che, da parte sua, avrebbe dovuto concedere il nulla osta - la sede centrale risponde negativamente alla richiesta, facendo notare che, per avere diritto all’autonomia, è necessario superare il numero di 100 soci promotori. Purtroppo in quel momento il numero di iscritti è di 58 soci ordinari e 41 aggregati.
Il 18 dicembre Antonio Fugazza, determinatissimo a raggiungere l’obiettivo, risponde alla sede centrale, forse imbeccato dal dott. Pagani, di essere perfettamente a conoscenza dell’art. 29 dello statuto e, di conseguenza, del secondo capoverso che si permette di citare:
“Quando speciali circostanze lo consiglino, il Consiglio Centrale ha facoltà di approvare la costituzione di sezioni anche se richiesta da un numero inferiore di soci promotori”.
Infine nella lettera dà ampia assicurazione che per l’anno sociale 1960 il numero dei 100 soci promotori sarebbe stato raggiunto. Il 21 dicembre la sede centrale risponde che, completata la documentazione e inoltrata la domanda tramite la sezione di Lodi, la richiesta sarebbe stata sottoposta al Consiglio Centrale per la delibera del caso.
Praticamente è la risposta tanto agognata ed ormai si tratta solo di pochi giorni di attesa. La lettera ufficiale verrà spedita dalla sede centrale il 5 febbraio del 1960 ed inizia così: "Con riferimento alla domanda da voi presentata a suo tempo ed in relazione anche al parere espresso dalla Sezione di Lodi, il Consiglio Centrale del C.A.I., riunito a Milano il 31 gennaio scorso, ha deliberato la trasformazione in Sezione dal 1° gennaio 1960 della sottosezione di Codogno."
L’obiettivo tanto desiderato è raggiunto, ora Codogno ha la sua sezione.